Tutti sappiamo che praticare il nudismo all’aperto in zone dove esso è tollerato o che è risaputo che si pratichi non da adito a nessuna azione legale contro di noi come stabilito dalla Corte di Cassazione in varie sentenze, ma per avere un quadro completo e Legale, proponiamo un articolo dove in maniera chiara e concisa ci da un quadro legale e giurisprudenziale su cosa la legge preveda:
C’era una volta il reato di atti osceni in luogo pubblico. Oggi, a seguito della depenalizzazione [1], gli atti osceni sono puniti con una mera sanzione amministrativa, a meno che il fatto non sia commesso all’interno o nelle immediate vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori e se da ciò deriva il pericolo che essi vi assistano.
L’oscenità è tradizionalmente collegata all’esibizione delle parti intime del proprio corpo, soprattutto se fatta in posti particolarmente visibili. Di conseguenza, sarebbe facile pensare che sia un atto osceno anche stare svestiti in spiaggia: è il caso dei nudisti, cioè di coloro che rinnegano qualsiasi costume e che, per una scelta ben precisa, decidono di prendere il sole completamente nudi.
Il nudismo è reato?
Vediamo cosa dicono la legge e la giurisprudenza.
Nudismo: cos’è?
Chiariamo prima il concetto di nudismo. Per nudismo non ci si riferisce solamente alla pratica di prendere il sole in spiaggia svestiti, ma alla scelta più radicale di vivere a contatto con la natura privandosi dell’”impedimento” costituito dai vestiti.
Sarebbe più corretto parlare di naturismo, oggetto, qualche anno fa, perfino di una proposta di legge.
Nudismo: è atti osceni?
A lungo si è dibattuto sulla possibilità che il nudismo costituisse reato; nello specifico, reato di atti osceni.
Il problema si è posto soprattutto negli anni addietro, prima della depenalizzazione citata. Il codice penale, infatti, diceva che chiunque, in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, compiva atti osceni, era punito con la reclusione da tre mesi a tre anni.
Sempre il codice penale afferma (ancora oggi) che si considerano osceni gli atti e gli oggetti che, secondo il comune sentimento, offendono il pudore [2]. Si capirà, quindi, che il nocciolo della questione sta tutto nel capire cosa siano gli atti osceni e cosa sia capace di offendere il pudore.
Atti osceni: cosa sono?
Si tratta di un concetto generale, il cui significato è soggetto all’evolversi dei costumi e delle abitudini. Facciamo alcuni esempi molto significativi.
Secondo una sentenza della Corte di Cassazione del 1959, un bacio può concretare o meno un atto di libidine e, quindi, un atto osceno a seconda dell’impulso che lo ha determinato e del modo in cui è dato. Secondo i giudici, un bacio può essere espressione di un affetto quanto mai puro, come quello del figlio alla madre o viceversa, oppure manifestazione di amicizia o, ancora, di lussuria [3].
Secondo una sentenza del 1976, afferrare pubblicamente una donna per le braccia, nel tentativo di stringerla a sé, accompagnando questi gesti con parole chiaramente rivelatrici di un intento lascivo, integrano il reato di atti osceni, in quanto offendono il pudore secondo il comune sentimento [4].
Nudismo: é reato?
Con un’importante sentenza del 2000, la Corte di Cassazione ha stabilito che il nudo integrale, se praticato in luoghi (ad esempio, spiagge) riservati o frequentati solamente o prevalentemente da chi condivide il naturismo, non costituisce reato, in quanto non offende la moralità o il pudore di chi osserva [5]. Ovviamente, a patto che il nudo non sia accompagnato da atteggiamenti erotici di chi lo esibisce.
Nel 2012 la Corte di Cassazione è tornata sul tema punendo un bagnante che mostrava le sue parti intime in una spiaggia non riservata ai nudisti [6].
Come si può vedere, l’evoluzione giurisprudenziale è andata di pari passo con quella di morale e di comune senso del pudore diffusasi in società. Il nudo integrale nelle spiagge normalmente frequentate da nudisti non costituisce il reato di atti osceni in luogo pubblico perché non offende il pudore degli altri bagnanti.
Al contrario, si incorre in sanzione se la spiaggia (o il luogo pubblico) non è “preparato” a questo tipo di esternazioni.
Nudismo: quando é reato?
Alla luce di quanto sopra detto, si può dire che il nudismo costituisce reato quando è praticato in luoghi non adatti all’esibizione del corpo così come Madre Natura l’ha fatto: si pensi a chi viaggi nudo in treno o in autobus, ma anche a chi prenda la tintarella completamente privo di costume in una spiaggia per famiglie.
A seguito della depenalizzazione, il reato di atti osceni è stato radicalmente trasformato. Il codice penale, oggi, dice che chiunque, in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, compie atti osceni è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da cinquemila a trentamila euro [7].
Resta invece il reato (reclusione da quattro mesi a quattro anni e sei mesi) se il fatto è commesso all’interno o nelle immediate vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori e se da ciò deriva il pericolo che essi vi assistano.
Girare nudi per strada nei paraggi di una scuola, quindi, integra il reato di atti osceni anche se nessun bambino osservi: è sufficiente il semplice pericolo che ciò accada.
- Autore: Mariano Acquaviva
[1] D. lgs. n. 8/2016 del 15.01.2016.
[2] Art. 529 cod. pen.
[3] Cass., sent. del 24.03.1959.
[4] Cass., sent. n. 5873/1976 del 13.05.1976.
[5] Cass., sent. n. 3557/2000.
[6] Cass., sent. n. 28990/2012.
[7] Art. 527 cod. pen.
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